E’ con molto piacere che pubblico un articolo scritto da un nostro soccorritore che, per una settimana, ha vissuto nelle zone terremotate e stretto contatto con la dura e quotidiana realtà di chi ha perduto quasi tutto…. Invito tutti coloro che hanno testimonianze personali a farcele pervenire .Ringrazio Giordano Cordioli per questa sua toccante testimonianza….
Pianola Aprile 2009
Venerdì Santo, alle 10 di sera ritrovo alla Santa Marta per la partenza io e il buon Nicola (Schissa) ci ritroviamo su di un ducato con altri operatori di protezione civile alpini e non… si parte… in colonna con altri mezzi tra i quali un tir con le docce da campo… viaggiamo tutta notte, alle 7 siamo a L’aquila. Subito rimaniamo un po’ colpiti, le scene che vedevamo in Tv non ce le trovavamo davanti agli occhi, era solo un’apparenza, guardando bene le intravvediamo……
Eccoci.. arriviamo a Santa Rufina dove si trova il campo gestito dalla Provincia di Verona, facciamo 2 passi, ci sgranchiamo le gambe osservando la chiesa per metà crollata e subito ci viene dato il ben venuto. La prima scossa che sento sotto i piedi!!!! … una strana sensazione, ma tutto sommato non di paura. Non siamo destinati a quel campo, “i Nostri” hanno piantato il PMA a Pianola, frazione de L’aquila dall’altra parte del monte rispetto a S.ta Rufina e nel tragitto verso al nostra destinazione dalla mitica Fox 3 si vedono da vicino i danni di quella domenica notte.
La Tenda Pneumatica è piantata come anche quella ministeriale, una dietro all’altra, nella prima Gabriele e Vanya sono intenti nel sistemare le ultime cosette, l’ambulatorio è a tutti gli effetti operativo, una sala emergenza-visite e un’astanteria con 4 brande La squadra al completo ci da il benvenuto e si prodigano per dirci la loro sulla situazione. In un primo momento c’è solo una gran confusione dettata dall’entusiasmo.
Sabato e Domenica vengo letteralmente catapultato nel “Mondo di Piànola” i nostri mezzi (Fox 3 e Fox Mike) coprono l’emergenza sul nostro campo e su i campi vicini anch’io partecipo ad alcune missioni, un’occasione per capire anche la geografia del territorio, la posizione dei campi e dell’ospedale “San Salvatore” di Coppito, Nostro unico riferimento ospedaliero, in pratica una una tendopoli nella quale ogni tenda è un reparto, ben organizzato, nonostante la situazione.
Mi sto ambientando, sto conoscendo persone, operatori di protezione civile, responsabili del campo, riferimenti, infondo da lunedì subentrerò nel ruolo di capo squadra portando avanti il lavoro svolto da Giuseppe il quale si prodiga per passarmi tutte le informazioni che è riuscito a ricostruire.
Lunedì mattina, pasquetta, per il resto del mondo, a Pianola il giorno del cambio dei squadra, arrivano i volontari che daranno il cambio a Fabio, Roberto, Marco, Giuseppe, Miriam,Gabriellla, Massimiliano e, assolutamente non meno importanti, Gabriele (I.P) e Vanya (Dottoressa).
Arrivano in 13 da 3 associazioni diverse: Sos Sona, Croce Bianca Verona e Croce Verde Verona, si nota in loro la stessa faccia spaesata che avevo io al mio arrivo, catapultati in una nuova realtà… pian piano si ambienteranno..
Dopo un breve incontro di conoscenza e spiegazione, ci diamo subito da fare, Michele da ora è il mio “socio” il capo squadra della Croce Bianca prende ora pari compiti di capo squadra i due capitani: Capitan Futuro (io) e Capitan Harlock (Michele).
Le Consegne sono state passate, le prime “magagne” burocratiche risolte, in un attimo organizziamo le squadre e siamo operativi. 3 squadre miste, un volontario per ogni croce, un esperimento per tutti, sia dal punto di vista dell’evento e della situazione da gestire, sia dal punto di vista delle squadre miste.
Si instaura subito un bel rapporto e riusciamo ad ambientarci alla svelta. La situazione è cambiata rispetto a quando sono arrivato io, il responsabile della funzione sanità del C.O.M. 4 (Centro Operativo Misto) dal quale dipendiamo è cambiato e il nostro ruolo passa da gestire l’emergenza sul nostro e su i campi limitrofi, a gestire l’aspetto Medico-Sanitario del nostro campo in collaborazione con Guido, il Medico condotto della zona, anche lui ospite in una tenda perché ha perso la casa.
Tutti si danno da fare, ci sono i farmaci da ordinare, le schede di intervento da sistemare, iniziare a gestire una piccola segreteria e l’entusiasmo dei ragazzi è immenso, alla mattina dopo colazione si inizia con le pulizie e poi avanti con il lavoro. Non mancano di certo i momenti per socializzare, scambiarci idee e punti di vista e scherzare insieme e questo si è rivelato fondamentale per mantenere un clima sereno tra persone che in fondo si conoscevano poco o nulla. Abbiamo anche avuto la possibilità di vedere Onna, una piccola frazione de l’aquila dove la forza bruta ha avuto il suo massimo sfogo, in fondo li dove siamo dislocati con il campo, siamo in una zona “fortunata” ogni persona ha avuto danni alla casa, chi più chi meno, ma nessuno aveva perso un parente sotto le macerie. Onna invece è diversa, in centro abitato di circa 300 persone, 60 delle quali sono rimaste vittime del terremoto. Girando per quelle strade si hanno delle sensazioni forti, indescrivibili, inimmaginabili, Alberto disse, e io concordo appieno con lui “Sembrano le immagini che si vedono su i libri di storia dei bombardamenti della seconda guerra mondiale….però sono di fronte a noi e a colori..” lascio a voi immaginare la pelle d’oca che avevamo nell’essere li in quei luoghi…
Gli interventi in ambulanza erano pressoché zero, abbiamo fatto dei ricoveri presso l’ospedale, ma emergenza nessuna. Tutti, chi più e chi meno era pronto a tutto a vedere chissà quali cose, invece ci siamo trovati in una situazione di tranquillità. Stick della glicemia, pressioni, medicazioni, febbre mal di gola,questi sono i casi trattati ma ognuno metteva tutto se stesso nel prendersi cura di queste persone pel le quali siamo stati dei riferimenti. Serena e Pamela hanno dato molto sia agli ospiti del campo, sia a noi, dandoci la possibilità di operare in prima persona verso chi veniva al Pma tutti noi abbiamo messo a disposizione oltre che le nostre conoscenze anche la nostra spalla su cui sfogarsi. Chi veniva da noi aveva bisogno di parlare con persone che non fossero nella loro stessa situazione e non ho visto nessuno di noi tirarsi indietro nell’ascoltare tutte le loro storie e avventure e situazioni, anche se già sentite magari altre volte.
In questa Settimana abbiamo avuto anche degli incontri importanti, già il lunedì è passato a vedere il Pma e a scambiare qualche battuta con noi il Sottosegretario Guido Bertolaso, poi in settimana sono passati vari responsabili del C.O.M per vedere la nostra situazione e sono tutti rimasti colpiti e soddisfatti dalla nostra struttura e dalla nostra organizzazione. Sono soddisfazioni, per quello che possono valere in momenti come questo, ti fanno capire che forse qualcosa di buono lo stiamo facendo, e tutto l’impegno che abbiamo messo sta servendo a qualcosa. Ultimo, ma non per importanza il sabato il Presidente dell Consiglio, Berlusconi, è venuto a visitare il “Nostro” campo. Al di la del pensiero politico di ognuno, credo che in quel momento rappresentasse ogni Italiano senza nessun simbolo, e il fatto che tra molti campi abbia scelto proprio il nostro ci da onore e credo, anzi ne sono convinto, che dia onore a chi sta gestendo nella totalità il campo, la squadra di Protezione civile Sarda, il gruppo Prociv dell’Isola di Capo Rizzuto che nei primi giorni preparava 1300 pasti mezzogiorno e sera, gli scout che stanno facendo di tutto per intrattenere i più piccoli e tutte le varie associazioni gruppi e singoli che si adoperano in toto per la popolazione.
Ogni tanto, quasi sempre improvvisati, si creavano dei momenti di briefing, dai quali saltavano fuori le impressioni di tutti. Io, Michele, Serena e Pamela cercavamo in tutti modi il confronto con gli altri ragazzi e c’è stato sempre molto costruttivo e mai polemico e da questi confronti scaturivano gli stati d’animo di tutti sono saltate fuori le emozioni che hanno legato ognuno di noi con gli altri, sia con gli altri operatori, sia con le persone. Tutti vi potranno dire e raccontare il loro rapporto con Svezia e sua figlia, o con Pasquina e il marito che è stato in Jugoslavia con l’ANAS, o della piccola Melissa, della lettera scritta dalla gente per tutti gli “Angeli”, come ci chiamano e mille altri ancora. E potranno dirvi ancora di quanto si è prodigato per noi “Il Buon Fabio” guarda giurata volontario molto timido e rispettoso, che di notte vegliava sui campo e si è fatto in quattro per aiutarci e soddisfare qualche nostra curiosità; Potranno parlarvi ancora di Efisio, anche lui ci ha procurato l’impossibile dei clown dottori che tiravano su il morale dei bambini e anche il nostro, di zia Caterina la cuoca, o di Emilio, il responsabile del campo, che alla nostra partenza ha voluto che pranzassimo tutti insieme per poterci ringraziare per lo splendido lavoro fatto e tutti gli altri che magari qui non mi tornano in mente ma hanno uguale valore come quelli elencati.
Io personalmente, tirando le somme devo solo fare dei ringraziamenti. Devo ringraziare SOS per avermi dato la possibilità di essere presente e per la fiducia concessami, devo ringraziare Michele, Serena, Pamela, Alberto, Chiara, Alessandra, Massimo 1, Massimo 2, Marco, Nicola, Giovanni, Enrico, Nicola e Gianni perchè è grazie a tutti loro che questa esperienza è stata semplicemente stupenda e rimarrà nei miei ricordi e nel mio cuore per sempre. Poi, riprendendo il Nostro pensiero comune emerso nell’ultimo briefing di sabato aggiungo solo che ognuno di noi è partito carico per dare Tutto se stesso ed è tornato con un bagaglio immenso fatto da quanto abbiamo ricevuto dalla gente!!!!
Grazie Pianola!