Sandro Baldo – Socio Fondatore e Responsabile degli Infermieri SOS
Alla ricerca delle nostre radici e a seguire gli interventi di Luca Apostoli (Alle radici del SOS: intervista a Luca Apostoli- Atto I°, Alle radici del SOS: intervista a Luca Apostoli- Atto II°), ospitiamo oggi l’intervista a Sandro Baldo, socio fondatore (faceva parte di quel gruppetto di giovani ragazzi che diedero corpo all’avventura) nonché memoria storica dell’Associazione. L’intervista è curata da Alfredo Cottini.
Allora Sandro… 20 anni fa….
Sì… Forse 20 anni proprio in questo periodo, perché il lavoro di preparazione è iniziato alla fine del 1989…. Un traguardo straordinario !
Nell’intervista a Luca Apostoli avevamo fatto una domanda relativa al simbolo e al nome dell’Associazione. Luca ci rimandò a te, come ideatore e depositario della verità…..
Tra i vari compiti che si ponevano alla creazione di una Associazione di volontariato, che come scopo principale aveva il soccorso extraospedaliero in emergenza, c’era anche il nome e il simbolo. Mi offrii di occuparmene, in qualità di ex disegnatore tecnico, ma soprattutto reduce da una esperienza presso una croce milanese (1986) che mi aveva dato uno spunto per il nome: SOS.
Raccontaci meglio…
L’Associazione SOS milanese aveva la scritta inserita al centro di una croce classica senza essere né innovativa né gradevole esteticamente. Dopo vari tentativi e anche cercando ispirazione dalla Croce Rossa Italiana, alla quale appartenevano la maggior parte dei fondatori e sostenitori della nascente realtà (Baldo, Apostoli, Gennari, Maranelli, Righetti, Martini, Castelletti, …), mi venne l’idea che il logo doveva ricordare comunque una croce, simbolo del soccorso sanitario, ma doveva essere innovativa e diversa dall’esistente, e non doveva chiamarsi “croce… qualcosa”……
Direi premesse più che ottime per creare qualcosa di “nuovo”… Da li poi la realizzazione figurativa…
Tenni come scheletro i cinque quadrati delle Croce Rossa Italiana, li inclinai verso destra e li feci diventare dei parallelogrammi dando il senso del correre verso qualcosa (luogo) o qualcuno (paziente), e li trasformai in lettere schematiche (S O S sia in verticale che in orizzontale). Sembrava potesse andare e il colore scelto fu l’arancio molto usato, diverso dal rosso della CRI, ma soprattutto colore simbolo dell’emergenza sanitaria (oggi più che mai!). A destra e sinistra del simbolo ideai anche delle fasce verticali di spessore variabile dal piccolo al grande staccate tra di loro per accentuare il concetto di velocità, tempestività e tensione verso la persona che ha bisogno dell’ambulanza. Rimaneva ancora il problema di assegnare all’acronimo SOS un significato di senso compiuto, coerente con gli obiettivi e principi della nascente Associazione
Quali furono le definizioni pensate ?
I primi tentativi furono:
SOS Soccorso Ovunque Sempre
SOS Squadra Operativa Sanitaria
SOS Soccorso Operativo Sanitario
L’ultima, come sappiamo, fu quella scelta : l’Associazione si chiamò “SOS Servizio Operativo Sanitario” !
Servizio – perché identifica a 360° il fatto che i soccorritori volontari svolgono il loro operato con lo spirito di gratuità come servizio alla comunità
Operativo – per dare il senso che il servizio è sempre all’erta, operativo ed efficiente
Sanitario – per rafforzare il concetto che il servizio è operativo ed il campo di azione precipuo è quello sanitario
Sandro, una provocazione… A volte la pronuncia del nome si presta a storpiature che ne danno un connotato strano e un po’ irriverente…….
Faccio presente che, nonostante io senta spesso al telefono o a voce definire l’Associazione “ sossona” che sembra una parola di origine “coltriana” o di persona che poco si lava, la vera e originale pronuncia è “Esse O Esse Sona”, più chiaro ed identificativo e soprattutto originale. Ricordo anche la scelta, sempre mia, dell’identificativo via radio “Fox”…. La volpe animale schivo ma intelligente e furbo, presente solo quando serve. Infine vorrei citare il primo obiettore di coscienza Spada Domenico (per altro socio fondatore), in servizio presso il Comune di Sona, che ha steso su carta i miei schizzi, frutto di notti insonni, in formato reale (scala 1/1) e portato al primo stemma sulla prima ambulanza “Fox 1” (1990).
Dai la sensazione precisa di qualcosa di studiato ma soprattutto vissuto con intensità….
Dopo anni vedere il simbolo sulle ambulanze e divise, lo stesso simbolo, mi scalda il cuore…Ci vedo un po’ del mio spirito giovanile di allora, che non pensava ad un progetto così grande e longevo, dal risultato ancora oggi percettibile, ma solo ad un sogno ad una utopia che solo allora potevo permettermi. Oggi tutto ciò lo esprimo in sintesi con orgoglio e attaccamento, come all’affetto che si deve a una creatura, nata a più mani comprese le mie.
Tra i tanti bei ricordi e tra le tante emozioni, una in particolare….
Sono stato anche a l’Aquila… E la nostra bandiera che là ancora sventola con il nostro simbolo ha lasciato un segno indelebile…..
Grazie a tutti voi che leggete queste righe di condividere ancora oggi, con me e gli altri compagni della prima ora, le nostre idee i nostri sogni e utopie, oggi solide certezze e sana realtà sociale.