Colgo con molto piacere l’invito di Mario e prendo al volo il suo “gancio” per parlare un po’ dei Simioti e di come sono nati. Ribadisco che sono un po’ emozionato nel farlo, perché il ricordo mi porta ai primissimi anni della mia avventura come volontario in SOS… E, ovviamente, più giovane, spensierato,il fuoco dell’entusiasmo addosso, ecc, ecc, ecc..
Bado ai rimpianti e avanti con il racconto. Prendetevi un po’ di tempo, è un racconto un po’ lungo….
Era il periodo i cui si sostava presso la sede dal Lunedì al Venerdì dalla 19.30 alle 06.30 tutte le notti, mentre dal Sabato Pomeriggio dalle ore 13.00 fino al Lunedì mattina ore 6.30, ci trasferivamo presso l’Ospedale di Bussolengo, per coprire il PS che durante i fine settimana era scoperto del servizio di ambulanza. Il 04… (l’attuale numero Fax) era il numero dell’emergenza. Potevamo essere chiamati dal 118, dall’Ospedale di Bussolengo per un trasferimento, da privati…. Non esisteva ancora il coordinamento unico del 118 e potevamo uscire in servizio allertati da chiunque… (che casini…. !).
Era un turno di Venerdì sera, in una serata di tardo autunno (l’anno era o il 1994 o il 1995), con un equipaggio costituito da me, Mario Olivieri autista, secondo soccorritore Paolo Pellizzari (diventato poi stimato dentista di Lugagnano) e medico Massimo Zannoni (detto Max), ricordato all’interno del SOS non solo per le sue ottime capacità professionali ma anche per la sua simpatia, disponibilità ed umanità.
La nostra sede era la “piccionaia” di Via Roma, vale a dire il piccolissimo appartamento messoci a disposizione del comune situato al metà di via Roma (l’inizio della strada che da Piazza della Vittoria porta al Bosco di Sona, passando davanti alla chiesa di San Quirico). L’appartamento era situato all’ultimo piano dello stabile (il caseggiato che si trova di fronte al cancello di ingresso alla corte Fedrigo) ed era costituito da una sala cucina (dove si trovava appunto la cucina, il tavolo, un divano, la TV e un tavolino su sui era appoggiato il telefono dell’emergenza), una camera letto, una stanza segreteria adibita anche a magazzino (nella quale siamo anche riusciti a sistemare e far dormire gli obiettori di coscienza che venivano da lontano), un bagno. Era un appartamento piccolo, con le finestre basse dove quando ti affacciavi era impossibile non prendere una craniata….. D’estate era un forno (eravamo praticamente nel sottotetto) e si moriva di caldo, avevamo spazi angusti e dovevamo condividerli tra equipaggi di servizio (solo di notte in quel periodo), obiettori di coscienza, riunioni del direttivo, attività della segreteria, riunioni dei medici, ecc, ecc,ecc… Ma nonostante tutto rappresentava LA NOSTRA SEDE ! IL NOSTRO REGNO ! LA NOSTRA CASA !
La voglia di portare avanti il nostro lavoro, la voglia di stare assieme (che si concretizzava in molte serate con delle cene fantasmagoriche a cui partecipavano una marea di persone),la passione della gioventù e l’attaccamento alla maglia ci portavano a non considerare le difficoltà e a tirar dritto giorno per giorno. Parcheggiata sotto la sede, pronta a scattare all’occorrenza, la mitica FOX 1, la prima ambulanza da cui tutto è partito…..Ci prendevamo cura di lei come fosse un figlio, veniva lavata e strigliata praticamente ogni sera come se fosse un cavallo di razza…. A parlarne mi viene un groppo in gola…..
Quanti aneddoti e storie da raccontare ! Ma non è questo il momento, avremo modo in seguito di farlo…. Ritorniamo quindi alla sera famosa…..
Mario aveva portato da casa un sughetto particolare preparato dalla moglie Gabriella e come tutte le sere, fatta la check list, ci siamo messi a tavola per mangiare il nostro bel piattone di pasta. Il clima era sempre allegro e festoso. Indipendentemente dall’equipaggio o dalla situazione la cena alla Casa del SOS era sempre un bellissimo momento di condivisione. E quella sera ne ricalcava le caratteristiche : venivamo tutti da un settimana di lavoro e quello era il momento in cui si mollavano le ancore. Consci che eravamo li per fare un servizio, ma contenti di essere li ! Quella notte purtroppo fu veramente pesante, caratterizzata da un servizio piuttosto brutto e impegnativo. Ma a cena l’allegria la faceva da padrone. C’era una certa ispirazione goliardica, con cazz..e che volavano radenti il pavimento e che creavano una certa ilarità nell’equipaggio.. Ad un certo punto mi è venuta in mente una barzelletta ed ho pensato : “Questa gliela devo raccontare !”.
“Conoscete la barzelletta del SIMIOTO SUL PIGNO ?” chiedo ai colleghi.
La risposta non si è fatta attendere : “No !” risposero in coro “ e quindi raccontacela” conclusero.
Detto fatto.
C’era un signore di Sommacampagna (tal Girardi) che come animale domestico non aveva un gatto, un cane, un canarino, ecc, ecc, bensì uno scimmione (SIMIOTO) che teneva custodito in una gabbia in giardino.
Un giorno, il Sig. Girardi, decise di pulire la gabbia. Entrò quindi nella stessa con tutti gli attrezzi, dimenticandosi però di chiudere dietro di se la porta. Lo scimmione, astuto come un giaguaro, rendendosi conto dell’accaduto, non esitò a imboccarla e ad uscire dalla gabbia felice come non mai, arrampicandosi alla velocità della luce su pino (PIGNO) che si trovava vicino alla gabbia. Arrivato sulla sommità, felice per la sua libertà inaspettata, si lasciò andare a urla spaventose di gioia (uhuuuuu ! uhuuuuuuu!), così terribili da attirare l’attenzione del Sig. Girardi, che accortosi dell’accaduto, corse fuori dalla gabbia alla ricerca del suo cucciolo.
Subito non si rese conto da dove arrivavano le urla, ma una volta presa un pigna in testa tirata dall’animale ingrato, guardando verso l’alto, capì dove si era rifugiato il simioto… “Vien zò (vieni giù) !” intimò al ribelle. “To dito vien zò (ti ho detto vieni giù) !”. Niente da fare.. Il simioto, incurante dei richiami del padrone, proprio non ne voleva sentire, crogiolato nella sua libertà, e con il classico gesto dell’ombrello mandava a fare in c… il suo padrone.. “Brutta bestia !” pensava Girardi tra se e se “ E adesso sa fao (adesso cosa faccio) ?!”. All’improvviso l’idea illuminante : “Ciamo el zoo e ghe domando a lori (chiamo lo zoo e chiedo a loro !”. Detto fatto : entrò in casa, prese la rubrica e chiamo lo zoo di Pastrengo. “Buongiorno !” escalmò una voce soave dall’altra parte della cornetta “in cosa posso esserle utile ?”. “Son Giradi da Sommacampagna. Gò en problema… Me scapà el simioto sul pigno!” esclamò con voce rotta dall’emozione il Girardi.”Non si preoccupi” lo rassicurò la voce soave “le mandiamo un esperto. Si metta sulla strada dove abita e attenda l’arrivo dell’esperto”.”Grasie signorina !” esclamo tutto contento il Girardi “manco mal che ghe si voialtri del zoo !”.
Nel frattempo, dall’esterno, urla terrificanti del simioto lasciavano presagire che, tirarlo giù dal pigno non sarebbe stata una cosa semplice da fare…
Girardi, come raccomandato dalla signorina, si mise sulla strada. Dopo circa un ora, sul marciapiede all’inizio della via, sbucò un signore di una certa età, che portava con se una valigetta e al guinzaglio un cane lupo.”El sarà mia chel lì ?!” si interrogava dubbioso il Girardi “bah !”.
“Buongiorno ! Sono l’esperto a tirar zò i simioti dal pigno” si qualificò il signore con il cane nel momento in cui fu davanti a Girardi. “Buongiorno !” ricambiò il saluto Girardi e con non poche perplessità “el se comoda pure nel giardin” disse all’uomo invitandolo ad entrare. L’esperto non si fece pregare e , con fare molto professionale, entrò nel giardino e si avvicinò al luogo del misfatto (cioè il pigno), sulla cui sommità il simioto stava vivendo attimi di gioa incontenibile.. Non sapendo cosa stava per succedere.
Arrivati ai piedi del pigno, sciolse il cane lupo dal guinzaglio e con una comando secco “Cucia lì !!” gli comandò di aqquattarsi. Con fare molto vigile (rece molto drite) ed ubbidiente il cane si mise in resta e con le orecchie tese si mise a mirare attentamente il simioto.
Nel frattempo, l’esperto, iniziò a fare una misurazione (usando l’unità di misura tradizionale veneta, cioè la spanna) indicativa dell’altezza del pigno. Svolta l’operazione, con un altro secco comando tipico di chi sa il fatto suo disse a Girardi “El vegna quà per piazer !”. Girardi un po’ intimorito si avvicinò. “Adesso ghe spiego la strategia ! El staga bel attento (stai molto attento) parchè l’operazion l’è delicata !” catechizzò il Girardi.
Prima di partire con il racconto aprì la valigetta ed estrasse una pistola. Girardi, preoccupato, esclamò :”El varda che mi no voi mia coparlo el simioto ! Voi tirarlo zò vivo ! (guardi che il simioto lo voglio tirare giù vivo)”
“Per piacere !” disse con tono imperioso l’esperto “ o el me lasa laorar o mi ciapò sul le tartare e vao a casa ! (o mi lascia lavorare o prendo le mie cose e me ne torno a casa” ribattè l’uomo.
“Par carita !” esclamo Girardi “el fasa quel chel ga da far (faccia ciò che deve fare)” disse rassegnato
“Adesso mi me rampego sul pigno (adesso io mi arrampico sul pino)” inizio l’uomo “e quando son a metà, taco a scurlar forte la pianta(comincio a scuotere forte la pianta). El simioto, che l’è en ponta (il simioto che si trova sulla punta), con tutto stò scurlar, (con tutto questo scuotere) el perde l’equilibrio e el casca zò (perde l’equilibrio e cade).
El lupo, che le maestrà (il lupo che è ammaestrato), el ghe dà un smorsegòn nei totani (gli da un morso nei testicoli) e el simioto el resta li nciodà (e il simioto rimane li fermo immobile).
Lu el riva (lei arriva), el ciapa el simioto e el le mete drento la gabia (prende il simioto e lo mette nella gabbia). Cosita el mestier le finio (così il lavoro è fatto) !!” concluse trionfante l’esperto.
Girardi, allucinato, senza quasi la forza di ribattere si lasciò andare ad un “Ma che c..o de strategia ela ! (ma che c..o di strategia è). Non ho mai sentio na roba del genere (non ho mai sentito niente del genere)!!” “E comunque” prosegui rigirando nelle mani la pistola che pocanzi l’esperto gli aveva consegnato “no ho mia capio sa serve la pistola ! (non ho capito a cosa serve la pistola)!”
“Adeso ghe spiego” ribattè l’uomo.
“SE DAL CASO (se per caso), DAL PIGNO, INVEZE DE CASCAR EL SIMIOTO CASCHESSE MI (se invece di cadere il simioto cadessi io) EL GHE TIRA SUBITO NA SCIOPETA’ AL CAN ! (spari subito al cane) !!!!!!!!!!”
(si consigli abbassare un pò l’audio del computer e “clikkare”)
Alla conclusione della barzelletta si scatenò il finimondo… Mario quasi si capottò dalla sedia, Paolo diventò paonazzo dal ridere e Massimo il medico, che in quel momento aveva in bocca la pasta, gli andò di traverso il cibo e quasi gli dovemmo fare una manovra di Heimlich per evitare che soffocasse. Lacrime agli occhi, risa convulse, mani tra i capelli, qualcuno che tirava pugni sulla tavola contorcendosi dalle risate. Proprio il finimondo !
Le risa proseguirono per tutta la serata, alternate a momenti in cui stavamo guardando la Tv o parlando di altre cose ed improvvisamente riesplodevano fragorose.
La barzelletta del SIMIOTO SUL PIGNO diventò il mio cavallo di battaglia, e a tutte le feste puntualmente veniva rispolverata. Per celebrare il tutto, Elena, figlia di Mario, allora adolescente, ci fece pervenire in sede il bellissimo quadro che trovate appeso, che ricorda le gesta di quella serata ed in particolare ricorda a tutti che “ E’ MEGLIO UN LUPO MORTO OGGI CHE UN SIMIOTO SUL PIGNO DOMANI !”. Da lì, da un idea dell’esplosivo Mario, si costituì il SIMIOTIS’S GROUP, al quale aderirono altri personaggi buontemponi molto attenti alla goliardia, alcuni dei quali non fanno più parte del SOS. Venne creato un organigramma :
Presidente : Alfredo Cottini
Vice Presidente : Menini Stefano
Tesoriere : Melegari Marco (fratello del nostro Luca)
Segretario : Matteo Berton, allora Obiettore di Coscienza che diventò poi il Direttore e l’editore del Simiotis’S News, l’organo di stampa del gruppo
Consigliere “Anziano” : Olivieri Mario
Consiglieri : Briggi Pierluigi, Bucci Sergio, Trazzi Paolo
a cui seguì successivamente un giornalino (SIMIOTI’S NEWS).
Il Direttore Sanitario non poteva che essere Massimo Zannoni, che il quella serata rischiò un abingesti per la causa dei Simioti.
I SIMIOTI erano ovviamente citati ogni volta che si dovesse organizzare una gita, una cena o qualsiasi momento di ritrovo. E per qualche anno, supportati dal giornalino, le loro gesta proseguirono. Forse, in archivio, abbiamo ancora qualche copia del SIMIOTIS’S NEWS o forse qualcuno dei soccorritori più vecchi ce l’ha a casa. Se lo troviamo volentieri le pubblicherò sul sito…
Quanti bei momenti da ricordare…………..