In una giornata dai contorni più primaverili che autunnali, con un sole splendente, un cielo terso e azzurro ed una vivace e frizzante brezza che spira da Nord (sembra di toccare il Monte Baldo con un dito..) , la Protezione Civile chiama a raccolta i propri volontari. Sveglia di buon mattino , fuori tutti gli automezzi, giù dagli scaffali del magazzino tutti i presidi e via, tutti assieme, in marcia verso il campo sportivo parrocchiale di S. Giorgio in Salici.
Su gentile concessione del parroco Don Giuseppe, sul prato verde del rettangolo di gioco i protagonisti non sono scapoli e ammogliati o gruppi di ragazzini vocianti che rincorrono la sacra pelota, ma ragazzi e ragazze in giallo e arancione che, a quanto entusiasmo e voglia di partecipare, non sono secondi a nessuno.
A vedere tutto quello che arriva ci viene da chiederci : ”Mamma mia… E tutta sta roba dove la mettiamo ?”. Domanda banale… E’ già tutto previsto : l’integerrimo e teutonico capo campo, al secolo Chiara Tommasini, ha già tutto previsto : tenda alloggi qua, tenda pneumatica PMA là, tenda bianca da quell’altra parte, generatori là in fondo, tenda segreteria all’ingresso del campo, cucina sul terrapieno in solida gettata di cemento……. E non ha paura ad usare polso fermo (o meglio la sua propaggine con impugnatura in legno massello e terminazione in solido ferro…) contro i dissidenti, i perditempo o i tiratardi….
E il campo piano piano prende forma : si scaricano le tende pneumatiche che, nella loro versione compatta, assomigliano più a balle di fieno appena raccolto o grandi forme di formaggio caprino avvolte in una grande foglia di legume. Si sganciano le cinghie, si aprono i vari lembi e in un batter d’occhio la tenda, da compatto quadrato di telone piegato, diventa una superficie di diversi metri quadri che non vede l’ora di essere aperta e arieggiata, dopo settimane di riposo sugli scaffali del magazzino.
I carrelli sembrano come le ceste di pani e pesci delle Nozze di Cana, continuano ad uscire cose : paletti, neon, generatori, teli, quadri elettrici, chilometri di cavo elettrico, condizionatori portatili… Ci rechiamo a vederli da vicino per capire se veramente, in questa splendida giornata ottobrina, qualcuno Si Sia Fermato a S. Giorgio in Salici ed abbia scambiato i nostri carrelli per delle ceste di vimini…..
Intanto anche la cucina, invidiosa della vezzosità e del protagonismo delle tende e dei presidi del campo, tira fuori le sue ali e, piano piano, si mostra in tutta la sua bellezza e maestosità.
Mentre si apre sembra il cubo Rubik : da monolite dalla solida forma rettangolare, attraverso un gioco di leve e ganci, tira fuori parapetti, scomparti e anfratti funzionali al lavoro dei nostri meravigliosi cuochi.. Il vento dal Baldo, trovando la porta di ingresso aperta, entra nella cucina, viaggia leggero sui fornelli ed esce dalla veranda, portando con sé un profumino di soffritto da sballo… Alla fine del primo tempo (montaggio) è certo che “…metteremo la gambe sotto la tavola…..”
C’è semplicemente da rimanere a bocca aperta nel vedere come tutti sanno cosa fare e come muoversi. Le strutture portanti prendono velocemente forma e, sotto la spinta delle pompe elettriche, i montanti delle tende gonfiano i pettorali e si ergono verso l’alto per sostenere il peso dei robusti teli. E bello anche vedere come la conoscenza delle fasi di montaggio sia diffusa e non di competenza di pochi… Significa che è stato fatto un buon lavoro per condividere queste tecniche e che, fondamentalmente, tutti assieme siamo utili e nessuno da solo è indispensabile….
L’incessante lavoro prosegue e, fatto salvo un fugace spuntino ristoratore, si procede nel dare forma al campo. Nel frattempo il Gruppo Campanario di S. Giorgio in Salici improvvisa una esercitazione. Il suono delle campane è possente e riuscire a conversare o scambiarsi pareri tecnici o ordini diventa difficile…. Ma che bello sentire questo suono ! Ti giri verso il campanile e vedi le campane che a ritmo si sollevano e si abbassano, seguendo un ritmo ed una sequenza ben definita…. I batacchi picchiano come dei fabbri sulle solide pareti della campane… E’ un suono forte ma dolce .. Ti fa pensare a quando, in epoca passata, questa melodia e questi momenti rappresentavano per la comunità un momento di festa o un rito irrinunciabile..
Il tempo passa e, piano piano come in un puzzle, tutto va al suo posto. Ora il vento dal Baldo porta un inequivocabile profumo di ottimo cibo e la voce tonante del capo cuoco Roberto scuote il campo : “E’ prontoooooooo !”.
Ma prima ci vuole un tocco di classe che immortali la giornata… Visto che le campane hanno voluto essere protagoniste, chiediamo noi dazio al campanile. Attraverso la stretta scala a chiocciola saliamo su in alto fino al parapetto delle campane.. E da lì, oltre a goderci una splendida vista a 360° su tutto il territorio del comune di Sona fino a scorgere in lontananza l’insenatura di Peschiera del Lago di Garda, immortaliamo il campo dall’alto .. Un scritta umana giallo-arancio testimonia che questo è il campo del S.O.S.
Ecco il momento che tutti aspettavamo : il rito della condivisione del pranzo e del cibo che rinnova e rinforza il legame di amicizia, di affetto e di attaccamento all’Associazione. E’ il momento in cui si ride e si scherza, in cui qualcuno racconta un aneddoto o un fatto successo che scatena l’ilarità, in cui si da una pacca sulla spalla al collega con cui hai lavorato e ti complimenti con lui per il lavoro che assieme è stato fatto. Sono momenti impagabili e indimenticabili, che non vorresti finissero mai.. Sono momenti che ti regalano serenità e spensieratezza, che confinano le preoccupazioni e i cattivi pensieri in un angolo nascosto della mente per lasciare spazio al tempo che si dilata e all’ascolto delle sensazioni più piacevoli.
Tutti assieme celebriamo a viviamo il rito del ritrovarsi, che tutti i giorni da 21 anni lega tra loro i volontari di S.O.S……
Ma il secondo tempo (smontaggio) incalza e tutto deve ritornare alla forma originale : la cucina ridiventa un monolite rettangolare, le tende ritornano ad essere delle forme giganti di formaggio caprino, i carrelli si riprendono in pancia i loro quadri elettrici, i loro teli, i loro generatori,ecc, ecc, nella speranza che Chi si è Fermato a S. Giorgio in Salici abbia lasciato tutto come prima, altrimenti il gravoso destino è riportare a braccia il materiale in magazzino…..
Ritorniamo a casa : il sole è ormai basso all’orizzonte, ma il cielo è sempre di un intenso color turchese e la luce quasi ti acceca…..
Anche oggi , nel nostro cuore, un piccolo pezzo di storia del S.O.S. ha trovato posto.
Chiudiamo con l’immancabile FAI CLICK QUI per visionare tutte le foto della giornata.
Un abbraccio a tutti !