Autore Pietro Bertoncelli – Tecnico di Protezione Civile del S.O.S.
Nel weekend del 17 e 18 ottobre, il S.O.S. è stato invitato a partecipare all’esercitazione “Onda 2015”, organizzata sulle rive del Po dagli amici della A.V. Protezione Civile di Castellucchio e dell’associazione Delta G.V.I., entrambe associazioni di protezione civile della provincia di Mantova.
Nonostante la concomitanza con un’altra esercitazione di protezione civile organizzata dal Distretto 7 della provincia di Verona, di cui S.O.S. fa parte, sabato all’alba si sono date appuntamento in sede una squadra di operatori di PC e una di sanitari, mentre una seconda squadra di soccorritori è scesa sabato sera per dare il cambio.
Raggiunta la colonna mobile ad Ostiglia, il gruppo si è diretto a Borgofranco sul Po, piccolo Comune a ridosso degli argini, dove era stato allestito il campo base. Il tempo di un briefing e di formare le squadre e si era già operativi: il sabato mattina, più che un’esercitazione, ha visto svolgersi reali attività di protezione civile. Infatti le diverse squadre hanno controllato lo stato degli argini del fiume Po e di diversi canali consortili, per verificare la presenza di frane o di tane di animali: ogni anomalia è stata segnalata alle autorità competenti per gli interventi necessari.
Nel pomeriggio i volontari si sono esercitati nell’allestimento di una telonata, cioè una protezione d’emergenza per brevi tratti di argine in caso di piena, per evitare che l’acqua lo eroda eccessivamente. La simulazione di un incidente durante la prova ha consentito ai soccorritori sanitari di esercitarsi per un intervento in ambiente ostile, con il ferito difficilmente raggiungibile.
Dopo cena, alla luce delle torri faro, sono stati simulati il rinvenimento di un fontanazzo e la messa in opera delle misure per contenerlo. Il fontanazzo è un getto d’acqua che sgorga dal terreno in prossimità del fiume, indicando che l’acqua sfruttando qualche tana d’animale ha scavato un cunicolo al di sotto dell’argine, erodendolo e rendendolo potenzialmente instabile.
La domenica invece è stata dedicata alla ricerca di due persone disperse nella fitta boscaglia che cresce sulle rive del Po. Entrambe le persone, interpretate magistralmente da due volontari di protezione civile, al momento del ritrovamento necessitavano dell’intervento dei sanitari, che hanno nuovamente potuto esercitarsi ad intervenire in spazi ristretti e scivolosi.
Il momento conclusivo dell’esercitazione è stato il pranzo di domenica, quando c’è stato il tradizionale scambio di targhe di ringraziamento tra le associazioni partecipanti. Per sottolineare la loro importanza, dato che saranno il futuro dell’associazione, a rappresentare il S.O.S. sono andati due dei giovani da poco divenuti volontari.
Personalmente il weekend è volato, nonostante sia stato stancante fisicamente. La semplice descrizione di quello che
si è fatto non rende giustizia al clima che si percepiva sia nei momenti disimpegnati sia in quelli di attività: tante persone di tutte le età, da 20 a oltre 80, che condividono il proprio servizio gratuito alla comunità. Ancora più interessanti dei momenti di attività sono state le conversazioni fatte durante le pause, da cui è emerso soprattutto il ruolo fondamentale dell’esperienza di chi ha vissuto la storia recente del Po. In particolare una breve visita sulla riva del fiume guidati da un testimone della piena del ’51, quella dell’alluvione del Polesine, ha evidenziato come sia fondamentale conservare la memoria storica. È necessario che gli esperti condividano con i giovani il loro sapere, perché sono i giovani di oggi la Protezione Civile di domani.
Si è vista la passione che muove i volontari: la domenica mattina si starebbe volentieri a letto, ed invece eravamo in mezzo alle frasche bagnate per essere pronti quando servirà realmente il nostro aiuto.
Infine, è stata un’altra occasione per poter vivere l’affiatamento che c’è tra i volontari del S.O.S., indipendentemente che siano del ramo sanitario o del ramo di protezione civile. È una delle cose che ricordo di aver notato quando mi sono iscritto al corso di formazione un anno fa: si riconoscono subito delle persone affiatate, ed è un incentivo ad unirsi al gruppo.
È doveroso un grande ringraziamento ai responsabili delle associazioni che ci hanno ospitato e che hanno organizzato questa riuscita esercitazione!